Ventilazione controllata

Come eliminare umidità con ventilazione meccanica controllata

Uno dei punti chiave su cui gli ingegneri e gli architetti hanno più insistito negli ultimi anni, sia nell’edilizia civile che in quella industriale, è il controllo del clima ed in particolare dell’umidità. I motivi sono molti, non ultimo, ovviamente, quello legato alla qualità dell’aria.

Se l’atmosfera all’interno di un ambiente chiuso non rispetta determinati criteri relativi all’umidità, le condizioni abitative possono diventare insostenibili. I ventilatori industriali (come quelli suggeriti da Ventilazione Sicura)sono macchianri che fanno parte di un settore in rapidissima crescita, con proposte sempre più mirate.

L’aria secca, ma ancor di più quella eccessivamente umida, infatti sono il terreno più fertile per molti problemi legati alla salute degli operatori. Se un tasso di umidità basso può essere discretamente tollerato, dal punto di vista cardiaco e dello sforzo da sostenere, ci sono molte conseguenze fastidiose per le mucose e le vie respiratorie superiori. Nulla di paragonabile però all’eccesso di umidità, che è una delle principali fonti di problemi sul lavoro, specie per esposizioni pluriennali o prolungate.

Umidità e temperatura

Il primo punto che si nota in un ambiente in cui l’umidità relativa superi le soglie di normalità, che per una civile abitazione sono 40-50% in inverno 50-60% in estate. Trovarsi al di fuori di questi range di valori ci porta a percepire una temperatura anche notevolmente differente rispetto a quella reale. In particolare in estate, trovandosi al di sopra del massimo dell’umidità relativa, la sensazione di caldo si fa del tutto insostenibile, specie se si è costretti a restare a lungo nell’ambiente.

Ogni movimento, anche per persone in ottimo stato di salute e senza altri problemi, si fa più difficoltoso e la sudorazione aumenta moltissimo, diventando spesso moto fastidiosa. Anche la respirazione subisce effetti negativi perché risulta meno efficiente a causa delle particelle d’acqua sospese.

Ad aggravare la situazione, però, c’è il fatto che l’eccessiva umidità, con il rischio di condensa, può essere una condizione favorevole allo sviluppo di agenti patogeni di varia natura, come funghi e muffe. Ad esempio l’aspergillosi broncopolmonare è una tipica patologia legata agli ambienti con una eccessiva umidità relativa prolungata. La situazione si aggrava però se ci sono condizioni di ricircolo all’interno dell’ambiente.

La presenza di un trattamento protettivo sull’esterno degli edifici, paradossalmente, ha introdotto una problematica nuova. L’isolamento verso l’esterno, unito ai sistemi di condizionamento che tendono a forzare in circolo dell’aria in ambienti chiusi, produce una fastidiosa forma di ristagno dell’umidità.

In condizioni ordinarie, infatti, ciò che sarebbe comunemente eliminato semplicemente arieggiando gli ambienti, si trova a circolare nelle stanze. Il trattamento all’interno degli edifici, inoltre, è ovviamente differente rispetto a quello riservato per l’esterno.

Nelle stanze, infatti, l’intonaco tende ad essere più assorbitivo nei confronti dell’umidità rispetto a quello per l’esterno. In pratica si comporta come una spugna e le muffe tendono ad attecchire, e proprio per via della loro natura fungina, sono difficilissime da rimuovere.

L’approccio migliore,soprattutto nel caso in cui la sostituzione dell’intonaco non è assolutamente un’opzione, è quella di costruire un sistema virtuoso per la gestione dell’umidità presente in atmosfera, e basato sulla rimozione forzata dell’umidità.

Ventilazione forzata

La ventilazione industriale, meccanica e forzata, infatti, è la chiave per evitare da un lato che si debba interrompere il ciclo del condizionamento, sia invernale che estivo, dall’altro che si possa evitare di utilizzare i deumidificatori, attivi e passivi per ambienti.

Gli svantaggi di questi oggetti, spesso superano di gran lunga i risultati. Sono ingombranti, rumorosi e necessitano di una cura continua per il cambio del serbatoio. Scegliere invece le soluzioni derivanti direttamente dalla ventilazione industriale permette di avere dei discreti vantaggi.

Economico

Il sistema di ventilazione industriale forzata è sicuramente più economico rispetto ai lavori di ripristino dell’intonaco e dell’acquisto dei sistemi di controllo tradizionali dell’umidità. Si tratta di piccoli inserti motorizzati che si mettono al posto delle bocchette di ricircolo dell’aria, che essendo passive non riescono a gestire grandi flussi in tempi brevi ed in caso di equilibrio termico e di pressione con l’esterno, non servono quasi a nulla.

Le bocchette forzate, invece, si installano con poca spesa e grazie al loro sistema elettronico di gestione e ai sensori sparsi nell’ambiente, si attivano solo quando servono, approfittando del fatto che l’aria umida tende a restare in basso, e quella secca in alto, lavorando in maniera coordinata fra loro.

Efficace

Grazie alla proprietà dell’aria umida di ristagnare in basso, la bocchetta che aspira dall’interno per buttare l’umido fuori, tende a rimuovere molta dell’acqua presente, mentre quella di aerazione effettiva, montata in alto, rinnova l’aria nell’ambiente.

Questo in condizioni ordinarie, perché, come molti sanno, una buona fonte dell’umidità negli spazi chiusi sono le superfici calde come termosifoni e fornelli, che spesso fanno evaporare acqua presente nell’ambente e che per effetto della corrente ascensionale sale.

In questo caso le bocchette, che sono motorizzate, devono semplicemente invertire la direzione di rotazione della ventola e di conseguenza il funzionamento. Saranno i sensori interni a decidere la condizione ottimale, per evitare di immettere troppa umidità dall’esterno.

Avanzata

Non tutti sistemi per la ventilazione industriale meccanica sono dello stesso tipo. Quelli più avanzati prevedono che per ogni bocchetta siano disponibili due vie separate, con filtri per il particolato integrati e che forzano il gocciolamento della condensa verso l’esterno anche quando sono nelle fasi di immissione.

I sistemi sono poi integrati all’interno della domotica dall’appartamento o della casa, per ottimizzare le condizioni delle varie stanze, con le relative tolleranze, e garantire la buona vivibilità degli ambienti. I motori che gestiscono le bocchette sono silenziosi e a basso consumo, essendo brushless DC, con tensioni operative basse.

Conveniente

Questo favorisce certamente la scelta, perché oltretutto, il suo intervento mirato è costante nel tempo, gestito dall’impianto domotico, con un efficace risparmio energetico e finanziario, sia diretto per gli impianti, che indiretto con condizionatori e riscaldamento.

Volendo scegliere la risposta decentralizzata e non integrata, la risposta cambia di poco, perché le singole bocchette restano comunque in comunicazione fra loro per la gestione coordinata dei flussi, tengono conto dell’umidità e si possono comunque inserire in seguito in una rete più avanzata. Il vantaggio per la salute e per il portafogli è evidente ed in molti casi, trattandosi di interventi per il miglioramento del clima di un ambiente, si può approfittare degli incentivi statali per questo tipo di intervento.

Sai che cos’è il durometro? Previous post Sai che cos’è il durometro?
Next post Rowenta Silence Steam: ecco perché stirare con un vero ferro a caldaia