Vuoi lavorare come traduttore? Qualche consiglio per iniziare

Vuoi lavorare come traduttore? Qualche consiglio per iniziare

Lavorare come traduttore è gratificante sia a livello personale che economico, soprattutto per chi nutre una forte passione per le lingue straniere. Per fare il traduttore non ci sono dei requisiti stringenti da rispettare, ma può comunque essere importante avere una laurea e una specializzazione su uno o due settori al massimo. A seguire alcuni consigli per iniziare a lavorare nel campo della traduzione, una professione piacevole e remunerativa per tante persone.

Lavoro come traduttore

A chi si chiede se la professione di traduttore è richiesta, la risposta è affermativa. Sono molteplici i campi dove c’è bisogno di questa figura, indipendentemente dalla parentela delle lingue: aziende o imprenditori richiedono per esempio la traduzione dallo spagnolo al russo (lingue molto lontane tra loro), dallo spagnolo all’italiano (entrambe lingue romanze), oppure dall’inglese al gaelico scozzese (lingue che vengono parlate nello stesso Paese).

I temi possono essere i più disparati: si va dalle normative Ue ai manoscritti antichi, passando per testi moderni e audiovisivi. Lo stesso discorso può essere fatto per i settori: dagli hotel alle agenzie della Dogana, dagli studi legali ai supermercati, oltre a ospedali e società di marketing.

Stipendio del traduttore

Lo stipendio mensile del traduttore è influenzato da diversi fattori. Prima di tutto occorre fare una distinzione tra i traduttori che lavorano per un’azienda o come autonomi (i secondi hanno le potenzialità di guadagnare più dei primi).

Bisogna inoltre prestare attenzione al settore in cui si è specializzati: quello letterario paga ad esempio di meno rispetto al settore medico o giuridico. Un altro elemento fondamentale è rappresentato dalla concorrenza: traduzioni dall’inglese all’italiano sono retribuite molto meno rispetto a traduzioni dall’amarico all’italiano (e viceversa), da qui l’importanza cruciale di specializzarsi in una nicchia ristretta per aumentare a dismisura la propria retribuzione.

In media, un traduttore guadagna dai 1.000 ai 2.500 euro in un mese. È possibile però guadagnare anche cifre maggiori se si hanno capacità e determinazione nello specializzarsi in combinazioni di lingue meno popolari e in cui la concorrenza è pressoché nulla, senza dimenticare che bisogna lavorare molte ore al giorno e per un settore dove il livello di retribuzione è superiore.

Spese per un traduttore

Lavorare come traduttore comporta alcune spese, in particolare se si decide di svolgere questa professione da autonomo. Innanzitutto c’è la necessità di avere un computer, una connessione a Internet e un commercialista. A ciò si aggiungono le spese per le tasse, gli aggiornamenti professionali (seminari, libri o viaggi) e le eventuali licenze dei software per la traduzione (ma non tutti li usano). Chi dunque pensa al lavoro di traduzione come poco esoso dal punto di vista delle spese annuali dovrà ricredersi.

Traduttore, lavorare in azienda e come autonomo: vantaggi e svantaggi

Lavorare come dipendente significa avere uno stipendio fisso, ferie pagate e maggiori opportunità di occuparsi di progetti più ambiziosi. Ci sono però anche degli svantaggi: il datore di lavoro è l’unico cliente, quindi un eventuale suo fallimento ha conseguenze disastrose; lo stipendio è sì garantito ogni mese ma ha anche un tetto limite; gli aggiornamenti professionali spesso sono ostacolati dalla politica aziendale, che non prevede corsi durante l’orario di lavoro.

Anche lavorare come autonomo nel campo della traduzione ha i suoi pro e contro. Tra gli vantaggi si annoverano la gestione totalizzante del proprio lavoro e del tempo, la possibilità di avere più clienti e un salario più alto, la scelta del luogo dove lavorare. Tra i contro si annoverano invece uno stress maggiore, la ricerca di nuovi clienti, la gestione di pratiche quali imposte e fatture, senza dimenticare di trovare un equilibrio tra lavoro, vita privata e tempo libero.

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